TERRITORIO

   

UN PO’ DI GEOLOGIA ……. LE OFIOLITI (e non solo)

 

 

Nella presentazione del nostro  B&B non potevo non parlare di geologia; o meglio è mio marito che lo ha voluto. Non c’è viaggio che facciamo che lui e Nicola non portano con loro un martello e uno scalpello e non c'è viaggio dal quale non torniamo con dei sassi, ……… semplici sassi………, ma lui dice di no, che sono molto particolari e interessanti. Sarà! 

  

 

      monte Prinzera                                                        Pietramugolana                                                                            Castello di Roccalanzona

 

 

LE OFIOLITI 

Il parmense di adagia per metà territorio sulla pianura padana ed è confinato a nord dal fiume Po, e per l’altra metà si adagia sull’Appennino Tosco – Emiliano. La zona di transizione è occupata dalle colline.

E’ questa la zona dove si trova il borgo di Viazzano. Questi sono terreni prettamente argillosi, pliocenici, poveri per un’agricoltura intensiva, ma ricchi di boschi di querce (Roverella e Rovere). 

Su questi terreni argillosi sono adagiati, come le fragole sulla panna, dei massi, piccoli o grandi come montagne, di roccia nera-verdastra che prendono il nome di OFIOLITI. Nel parmense sono formazioni geologiche frequenti.

Queste rocce di origine vulcanica submarina sono stati generati da antichi vulcani sottomarini presenti nel mare Ligure e sono arrivati sino qua trasportati dagli eventi tettonici; lungo il percorso hanno subito compressioni, deformazioni e fratturazioni.

 

Le rocce ofiolitiche sono uno dei tanti tesori ambientali dell’Appennino Parmense;  ricchi di fascino per la loro aspra bellezza, variano da blocchi di piccole dimensioni a lembi rocciosi di estensione chilometrica con spessori anche di centinaia di metri. In Emilia-Romagna le ofioliti sono particolarmente concentrate in prossimità del confine con la Liguria Orientale e nelle alte valli dei fiumi Ceno, Taro e Trebbia e dei torrenti Nure e Aveto.

Il termine ofiolite deriva dal greco ophis = serpente e lithos = roccia.

Negli anfratti creati dall’intensa fratturazione si trovano una serie di minerali che assumono importanza dal punto di vista scientifico e collezionistico; queste rappresentano una delle principali attrazioni delle ofioliti, ma non sono le uniche e forse nemmeno le più importanti.

Per la loro posizione sommitale e per essere spoglie dalla vegetazione, le ofioliti sono visibilissime  nel paesaggio parmense. Proprio per questa caratteristica di dominanza , hanno ospitato l’uomo sin dalla preistoria e nell’ epoca medioevale tanto che su di esse sono sorti numerosi castelli. 

Tra i vari monti ofiolitici citiamo:

- il Castello di Roccalanzona (vedi Territorio – I Castelli) che dista poche centinaia di metri dal nostro bed and breakfast

- il Monte Prinzera, inclusa nella riserva naturale omonima, che sorge proprio di fronte al B&B

- il Monte Penna da cui nascono il fiume Taro e il fiume Ceno

 

Lo scenario che si apre davanti al nostro B&B, col monte Prinzera di fronte, è veramente stupendo.

 

 

 

 

 

 

 MINIERE DI CORCHIA 

Legata alle ofioliti è la zona mineraria di Corchia, la più importante del Paemense.  Corchia, piccola frazione di Berceto (PR), è un bellissimo paesino che ha conservato, o recuperato, un aspetto d’altri tempi. Gli edifici sono interamente in sasso, i tetti in beola, le strade ciottolate. Un vero salto indietro nel tempo. Il borgo è famoso per le sue antiche miniere dove venivano estratti ferro, pirite e altri minerali più o meno preziosi.

 

Erano miniere di rame attive sfruttate già dai Farnese a partire dal 1860, presso il Monte Groppo Maggio, sul cui fianco si aprono ancora cunicoli e gallerie. L'attività proseguì nel corso degli anni con lunghi periodi di stasi. I tentativi di sfruttamento delle lenti, assai discontinue, di minerali cupriferi, concentrate soprattutto al contatto  tra ofioliti e "galestri", si sono protratti sino al 1938-1939; abbandonato nel 1943, il sito è attualmente in fase di valorizzazione.

Compreso all'interno dell'esteso SIC (Sito di Importanza Comunitaria) IT 4020013. Belforte, Corchia, Alta VaVal Manubiola 

 

Nel borgo di Corchia è possibile visitare il museo ove sono  conservate

le opere  del  pittore Martino Jasoni  (1901-1957)  appartato  seppur sorprendente  artista del  secolo  scorso. Degni di particolare nota sono anche  gli  edifici come  Casa Corchia  (che ospita il museo  e risale al XIII secolo) con un ampio e bel porticato a due archi; Casa Laurenti con una bella serie di logge ed arcate; La vecchia Chiesa di S.Martino, anteriore al 1300, che presenta ancora il selciato e il bel campanile sostenuto da pilastri ed archi.

 

I boschi di Corchia fanno da contorno a questo bellissimo borgo e sono parte dell’area del Consorzio di valorizzazione dei boschi di Bergotto, Corchia e Valbona, rientra nel territorio dell’Indicazione Geografica Protetta del “fungo di Borgotaro”.

 

 

 

 

I SALTI DEL DIAVOLO 

Una curiosità nella provincia di Parma, sono i Salti del Diavolo che attraversano trasversalmente la val Baganza.

I Salti del Diavolo sono l’ emergenza di una formazione sedimentaria di età cretacica (80-82 milioni di anni) che si estende dal Monferrato all' Appennino modenese e che trova nella media Val Baganza uno  dei più significativi  e spettacolari affioramenti.  

 

Qui i Salti si presentano come un allineamento, lungo circa 5 Km, di strette guglie e pareti rocciose che emergono in modo brusco ed  improvviso  elevandosi  per alcune decine di metri rispetto al terreno circostante. Lo spettacolare affioramento, è diretta conseguenza della giacitura subverticale della formazione e dell' azione nel tempo dell' erosione differenziata. Dal punto di vista sedimentario, i Salti del Diavolo sono costituiti da una successione a granulometria decrescente di conglomerati ed arenarie derivanti dalla disgregazione di rocce eterogenee provenienti da un' antica catena montuosa ora scomparsa. La compatta arenaria sommitale dei Salti del Diavolo, chiamata localmente "mass ladin", è stata sfruttata fin dal medioevo dagli scalpellini del luogo per realizzare sculture ed elementi architettonici di pregio (portali, fontane, camini) che ancora oggi adornano le case e i borghi della Val Baganza e le pievi romaniche collocate lungo la Via Francigena. Tra gli esempi più significativi di arte sacra vanno annoverati la lunetta della Pieve di Talignano (XIII sec.) e i portali della Pieve di Fornovo e del Duomo di Berceto (XII sec.). Letimo alquanto evocativo dei Salti del Diavolo da ricondurre ad una leggenda valligiana che vede in questi scoscesi speroni di roccia le tracce lasciate dalla fuga precipitosa del diavolo alla vista di una piccola croce ostentata da un santo eremita locale.